di Marta Casadei, Il Sole 24 ore, 8 luglio 2019
Che sia per il clima, per la nostalgia di casa o per la voglia di investire nel Paese che, per primo, ha puntato su di loro con la formazione, poco importa. Il fatto è che 75 giovani italiani su 100, tra quelli che si sono trasferiti oltre confine, vorrebbero tornare in patria. Alle giuste condizioni, ovviamente, e con, all’orizzonte, una serie di opportunità. Come, per esempio, un’offerta professionale equivalente, sul piano economico e di responsabilità, a quella che hanno al momento e con prospettive di crescita futura.
Il dato è contenuto nella ricerca «Talenti italiani all’estero. Perché tanti partono e pochi ritornano», a cura dell’ufficio studi di Pwc, che verrà presentata questa mattina a Milano da Andrea Toselli, amministratore delegato della società di consulenza. La ricerca, condotta su un panel di 130 giovani italiani (di cui il 43% ha meno di 30 anni e il 90% ha una laurea) emigrati in 20 diversi Paesi, mette in luce anche le ragioni della “fuga”: uno su due è andato all’estero per la debolezza del mercato del lavoro interno […].