Nella conferenza “Diritto delle Minoranze e Multiculturalismo nel Mondo Arabo, organizzato dalla Queen’s University in Kingston, Canada, dall’ Istituto di Studi Politici “S. Pio V “, Roma e dalla LUISS Guido Carli, Roma, che si è svolta il 24 e 25 marzo a Roma, si è affrontato la tematica delle relazioni tra stato e minoranze nel mondo arabo, il rapporto tra etnicità e religioni e i modelli di multiculturalismo nel Mondo Arabo.
Alla conferenza hanno partecipato studiosi di fama internazionale, considerati attualmente i maggiori esperti della tematica delle minoranze e del multiculturalismo, tra cui dal mondo occidentale Will Kymlicka, Queen’s University in Kingston, Canada e dal mondo arabo Hassan Hanafi dell’Università del Cairo che è considerato uno dei leader intellettuali più importanti dei Fratelli Musulmani.
Come è ben noto, in molti dei paesi del sud del Mediterraneo le minoranze, spesso pre-esistenti alla formazione degli stessi Stati nazionali, vengono concepite come una presenza da tollerare e da controllare, come un possibile fattore di indebolimento delle diverse realtà statuali, di origine relativamente recente. Secondo l’Islam la società è distinta in due entità religiose separate: i musulmani e i non musulmani. Questi ultimi vengono ulteriormente divisi in dhimmi e non credenti. Tuttavia, questa impostazione classica comporta una serie di problemi intrinseci. L’accento posto in modo eccessivo e addirittura esclusivo sui dhimmi si è rivelato dannoso ai fini della comprensione di altri gruppi minoritari, assoggettati al governo islamico. L’inquadramento sotto la categoria di dhimmi non consente di spiegare l’emergere di sette islamiche eterodosse e il risveglio di una consapevolezza etnico-nazionale, e inoltre si rivela sempre più inadeguato e insufficiente per spiegare e comprendere il Medio Oriente contemporaneo. La regione è la patria di numerosi gruppi diversi dalla maggioranza in base al loro credo religiosi, alle loro radici etniche, alle loro identità culturali e ai vari nazionalismi territoriali esistenti. I gruppi etnici possono essere classificati in base a quattro categorie principali: 1. le popolazioni islamizzate che resistettero al colonialismo arabo mantenendo la propria cultura e le proprie lingue, come i curdi (in Iraq, Iran e Turchia), i berberi (in Algeria, Tunisia e Marocco), i balusci (in Pakistan); 2. le minoranze di musulmani eterodossi arabizzati, ma che resistettero all’islamizzazione mantenendo il loro credo e i loro costumi ancestrali sotto una vernice musulmana, come i drusi (nei paesi del Levante) e gli alauiti (in Siria); 3. le minoranze cristiane: armeni, assiri, copti, maroniti e sudanesi; 4. gli ebrei, cioè l’unica minoranza che sia riuscita a liberare una parte del loro paese storico dall’imperialismo islamico arabo. Questa classificazione non è né completa né a prova di critica. Alcuni dei gruppi citati rientrano in più di una categoria. Tuttavia, la difficoltà di categorizzazione costituisce solo una parte del problema concernente le minoranze nel Medio Oriente. Oggi, il contesto politico regionale del mondo arabo rende complessivamente difficile e controversa la posizione delle minoranze.
Nella conferenza “Diritto delle Minoranze e Multiculturalismo nel Mondo Arabo” si è affrontato la questione in termini più complessivi, facendo riferimento ad aspetti filosofico-religiosi, antropologici, politico-sociali ed economici. Alcuni specifici case-studies sono stati analizzati e discussi come p.es. la comunità cristiana Assiro-Caldei nel Iraq, le comunità linguistiche dei berberi in Algeria e la comunità palestinese in Israele.